UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

19 maggio – Domenica di Pentecoste

La Chiesa è una comunità che riconosce lo Spirito, non nelle grandi costruzioni umane ma nelle difficili, quotidiane, scelte coraggiose dei membri della sua universale comunità.La festa di Pentecoste è una delle feste ebraiche più importanti, perché ricorda il dono da parte di YHWH della Torah agli israeliti sul monte Sinai. Nella prima lettura Luca […]
31 Gennaio 2013
La Chiesa è una comunità che riconosce lo Spirito, non nelle grandi costruzioni umane ma nelle difficili, quotidiane, scelte coraggiose dei membri della sua universale comunità.
La festa di Pentecoste è una delle feste ebraiche più importanti, perché ricorda il dono da parte di YHWH della Torah agli israeliti sul monte Sinai. Nella prima lettura Luca si serve di molte immagini che ci riportano a quel luogo: il fragore, il vento e le lingue di fuoco. I rabbini commentavano che, al momento della proclamazione della Legge, le parole di Dio presero la forma di settanta fiammelle di fuoco, perché all’epoca si pensava che tutti gli uomini fossero riuniti in settanta nazioni: la Torah è data a tutti gli uomini. Nel cenacolo lo Spirito scende in forma di fiammelle di fuoco e gli apostoli parlano le lingue di tutti gli uomini, come testimonia l’elenco delle persone presenti per la festa a Gerusalemme. Ma c’è una differenza: se la legge nuova è data a tutti gli uomini, lo Spirito dona ai cristiani la capacità di parlare la lingua di ogni singolo uomo, in qualunque tempo e luogo, perché il messaggio di Gesù è per tutti. È il ribaltamento della logica umana che ha portato a costruire la torre di Babele (Gn 1,1-9): l’orgoglio ha portato a non capirsi più, facendoci allontanare gli uni dagli altri; lo Spirito inverte questa situazione, perché l’amore vero avvicina. Il dono dello Spirito agli apostoli è anche il dono della legge nuova: la capacità di rimettere i peccati (Gv 20,23) e quindi la possibilità, da parte della Chiesa, di amministrare la misericordia di Dio attraverso il Battesimo ed il Sacramento della Riconciliazione. Vi è però anche un significato più esteso e che si innesta nel sacerdozio comune di tutti i battezzati: la capacità di amare a tal punto gli uomini, da impegnarsi per sradicare alla radice ogni male, ogni chiusura del cuore.