UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

31 marzo – Domenica di Pasqua

La Chiesa è una comunità che ha sperimentato il dolore e la sofferenza di ogni uomo e che può testimoniare, in prima persona, che il male non è “per sempre”.I personaggi della pericope sono tre. La prima ad entrare in scena è Maria di Magdala. Non riesce a stare a casa, deve correre alla tomba. Anche […]
31 Gennaio 2013
La Chiesa è una comunità che ha sperimentato il dolore e la sofferenza di ogni uomo e che può testimoniare, in prima persona, che il male non è “per sempre”.
I personaggi della pericope sono tre. La prima ad entrare in scena è Maria di Magdala. Non riesce a stare a casa, deve correre alla tomba. Anche la descrizione spazio-temporale rende bene il suo stato d’animo, perché regna il buio, il silenzio, il vuoto, la morte. Viene scossa e sconvolta dalla pietra ribaltata: qualcuno ha portato via il corpo di Gesù ed è meglio correre ad avvisare gli apostoli. Allibiti Pietro e il discepolo che Gesù amava si precipitano al sepolcro. Entrati, vedono bende e sudario ripiegati e tutto è in ordine. Sicuramente, come dice san Giovanni Crisostomo, pensano che chi trafuga corpi non perde tempo a riordinare la tomba. Quanti discorsi di Gesù sono passati nella loro mente in quegli istanti! Pietro rimane confuso, ma l’altro discepolo vede e crede. Sicuramente alle parole della Maddalena. Ma comincia a vedere che le parole pronunciate da Gesù sulla sua resurrezione sono veritiere e si sono compiute. Il v. 9 vuole affermare che solo alla luce dell’intera Scrittura si comprendere che Cristo è risorto dai morti; solo con un percorso di fede ben fondato è possibile vedere il Risorto ed esserne dei testimoni (prima lettura). La tradizione ha individuato nel discepolo senza nome l’apostolo Giovanni, ma Giovanni volutamente lo lascia indefinito, perché spetta a noi dargli il nostro nome ed essere non solo testimoni, ma apostoli di risurrezione per altri.