UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

5 maggio – VI Domenica di Pasqua

La Chiesa è una comunità che si guarda dai profeti di sventura e che segue e raccoglie i frutti dello Spirito: dove i rapporti di potere e dominazione sono sostituiti da costruzioni di pace e di servizio.La pericope evangelica nasce in comunità provate da persecuzioni e in cui serpeggiava una certa delusione per il ritardo della venuta del […]
31 Gennaio 2013
La Chiesa è una comunità che si guarda dai profeti di sventura e che segue e raccoglie i frutti dello Spirito: dove i rapporti di potere e dominazione sono sostituiti da costruzioni di pace e di servizio.
La pericope evangelica nasce in comunità provate da persecuzioni e in cui serpeggiava una certa delusione per il ritardo della venuta del Signore; comunità in cui iniziavano a farsi strada interpretazioni eterodosse che si ripercuotevano sulla prassi. Gesù risponde che in chi ama, Lui e il Padre si manifestano non con miracoli e prodigi, ma scendendo nel più profondo dell’animo. In quest’ottica si riesce a comprendere il “metodo didattico” dello Spirito: non si siede in cattedra e ci offre una “lezione frontale”. Il suo insegnamento è un impulso interiore che ci spinge a comportarci come Gesù si comporterebbe in quella situazione, illuminandoci nella comprensione di quegl’insegnamenti di Gesù che potrebbero essere in contrasto con la mentalità e il cosiddetto buon senso comune. Se sapremo addentraci con sincerità e apertura di cuore nella Parola e saremo docili alla voce dello Spirito, saremmo in grado di dare risposte conformi alla logica di Dio a tutte le grandi problematiche che riguardano l’uomo contemporaneo (tutela della vita, stili di vita, scelte morali difficili e impegnative, …). Giovanni scrive in un tempo di pace, garantito dai romani attraverso le legioni: una pace imposta, basata sul rispetto della legge del più forte, del dominatore, logica che regola anche i rapporti umani. Gesù, che vive in questo contesto, ci offre la sua pace, che si differenzia radicalmente da quella, perché si fonda su rapporti umani improntati all’amore, al dono di sé. Allora la nostra comunità cristiana sarà l’immagine della Gerusalemme celeste descritta nella seconda lettura.