UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In coena domini

Dal Repertorio Nazionale Nostra Gloria è la croce Cristo (RN 116) Testo: M.FrisinaMusica: M.FrisinaFonti: PaolineUso: ingressoForma musicale: Inno  Rit.       Nostra gloria è la Croce di Cristo,            in lei la vittoria;            il Signore è la nostra salvezza,            la vita, la risurrezione. 1.         Non c’è amore più grande            di chi dona la sua vita.            O Croce, tu doni la […]
14 Febbraio 2012

Dal Repertorio Nazionale

 
Nostra Gloria è la croce Cristo (RN 116)
 
Testo: M.Frisina
Musica: M.Frisina
Fonti: Paoline
Uso: ingresso
Forma musicale: Inno
 
 
Rit.       Nostra gloria è la Croce di Cristo,
            in lei la vittoria;
            il Signore è la nostra salvezza,
            la vita, la risurrezione.
 
1.         Non c’è amore più grande
            di chi dona la sua vita.
            O Croce, tu doni la vita
            e splendi di gloria immortale.
 
2.         O Albero della vita,
            che ti innalzi come un vessillo,
            tu guidaci verso la meta,
            o segno potente di grazia.
 
3.         Tu insegni ogni sapienza
            e confondi ogni stoltezza;
            in te contempliamo l’amore,
            da te riceviamo la vita.
 
 
Il testo
 
Il canto è una delle versioni dell’antifona di ingresso della messa in coena Domini nella sera del Giovedì Santo. Un inno alla croce gloriosa, segno di vittoria. Le strofe sviluppano gli aspetti più densi dell’amore di Cristo citando il passo evangelico di Giovanni (Gv 15,13) – “Non c’è amore più grande” – e citando l’inno “Vexilla Regis prodeunt” - la croce, albero di vita, si innalza come vessillo - all’adorazione della croce.
 
 
La musica
 
Un ritornello che si offre ad una esecuzione corale senza problematiche particolari e la melodia delle strofe che si librano con naturalezza. Si ponga attenzione affinché non diventi un canto strascicato, lento e impastato: una buona pronuncia ed articolazione vocale aiutano a renderlo ancora più efficace.
 
 
Quando e come utilizzarlo
 
Come già detto precedentemente, il canto trova collocazione rituale alla processione d’ingresso della messa “nella cena del Signore” come anche per il pio esercizio della via crucis.
 
 
La liturgia della Parola
 
 
 
Per Celebrare
 
Dalla Lettera circolare della Congregazione per il culto Paschalis sollemnitatis (16 gennaio 1988)
44. «Con la messa celebrata nelle ore vespertine del giovedì santo, la chiesa dà inizio al triduo pasquale e ha cura di far memoria di quell’ultima cena in cui il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, amando sino alla fine i suoi che erano nel mondo, offrì a Dio Padre il suo corpo e sangue sotto le specie del pane e del vino e li diede agli apostoli in nutrimento e comandò loro e ai loro successori nel sacerdozio di farne l’offerta»
45. Tutta l’attenzione dell’anima deve rivolgersi ai misteri che in questa messa soprattutto vengono ricordati: cioè l’istituzione dell’eucaristia, l’istituzione dell’ordine sacerdotale e il comando del Signore sulla carità fraterna: tutto ciò venga spiegato nell’omelia.
46. La messa nella cena del Signore si celebra nelle ore vespertine, nel tempo più opportuno per una piena partecipazione di tutta la comunità locale. Tutti i presbiteri possono concelebrarla, anche se hanno già concelebrato in questo giorno la messa del crisma, oppure se sono tenuti a celebrare un’altra messa per il bene dei fedeli.
48. Prima della celebrazione il tabernacolo deve essere vuoto. Le ostie per la comunione dei fedeli vengano consacrate nella stessa celebrazione della messa. Si consacri in questa messa pane in quantità sufficiente per oggi e per il giorno seguente.
49. Si riservi una cappella per la custodia del santissimo sacramento e la si orni in modo conveniente, perché possa facilitare l’orazione e la meditazione: si raccomanda il rispetto di quella sobrietà che conviene alla liturgia di questi giorni, evitando o rimuovendo ogni abuso contrario.
Se il tabernacolo è collocato in una cappella separata dalla navata centrale, conviene che in essa venga allestito il luogo per la reposizione e l’adorazione.
51. La lavanda dei piedi, che per tradizione viene fatta in questo giorno ad alcuni uomini scelti, sta a significare il servizio e la carità di Cristo, che venne «non per essere servito, ma per servire». E bene che questa tradizione venga conservata e spiegata nel suo significato proprio.
 
 
Suggerimenti per l’animazione musicale
 
Dalla Lettera circolare della Congregazione per il culto Paschalis sollemnitatis (16 gennaio 1988)
50.Durante il canto dell’inno «Gloria a Dio» si suonano le campane. Terminato il canto, non si suoneranno più fino alla veglia pasquale, secondo le consuetudini locali; a meno che la conferenza episcopale o l’ordinario del luogo non stabilisca diversamente, secondo l’opportunità. Durante questo tempo l’organo e gli altri strumenti musicali possono usarsi soltanto per sostenere il canto.
52. Durante la processione delle offerte, mentre il popolo canta l’inno «Dov’è carità e amore», possono essere presentati i doni per i poveri, specialmente quelli raccolti nel tempo quaresimale come frutti di penitenza.
 
Canto di ingresso: Nostra Gloria è la croce Cristo (RN 116)
Atto penitenziale: Kyrie, eleison (RN 2)
Gloria: Gloria a Dio (RN 5)
 

Salmo responsoriale: testo e partitura (pdf)   -   musica  (mp3)

 
Acclamazione al Vangelo: Gloria e lode a te (RN 16)
Lavanda dei piedi: Io vi do un grande esempio (RN 360)
Preghiera universale: Preghiamo insieme e cantiamo (RN 20)
Presentazione delle offerte: Ubi caritas est vera (RN 121) oppure Dov’è carità e amore (RN 124)
Santo: Santo (RN 27)
Mistero della fede: Ogni volta che mangiamo (RN 29)
Amen della dossologia: Amen! (RN32)
Padre nostro: Padre nostro (RN 33)
Acclamazione all’embolismo: Tuo è il regno (RN 35)
Frazione del pane: Agnello di Dio (RN 37)
Comunione: Sei tu, Signore, il pane (RN 378)
Processione per la reposizione del Santissimo Sacramento: Pange lingua (RN 91)
Adorazione: oppure Adoriamo Gesù Cristo (RN 123)