UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

17 febbraio – I Domenica

La Chiesa è una comunità che cammina tra gli uomini (prima lettura) senza fuggire le difficoltà che gli uomini incontrano (prima tentazione del Vangelo) portando aiuto (seconda tentazione) e educando ad un giusto rapporto con Dio (terza tentazione).Nella prima tentazione, il diavolo chiede a Gesù di sfuggire alle difficoltà che tutti gli uomini incontrano, usando […]
21 Gennaio 2013
La Chiesa è una comunità che cammina tra gli uomini (prima lettura) senza fuggire le difficoltà che gli uomini incontrano (prima tentazione del Vangelo) portando aiuto (seconda tentazione) e educando ad un giusto rapporto con Dio (terza tentazione).
Nella prima tentazione, il diavolo chiede a Gesù di sfuggire alle difficoltà che tutti gli uomini incontrano, usando il suo potere divino per un suo personale tornaconto. Lo invita a “prendere una scorciatoia”: dimenticarsi di essere uomo e agire “da Dio”, ma fuori del pensiero di Dio che è l’incarnazione. Gesù risponde che il centro della vita degli uomini è Dio e vivere per Lui è l’unica cosa che offre senso e significato a tutto. Tutta la vita di Gesù è stata una risposta a questa tentazione: ha condiviso tutto con gli uomini, anche la morte, e non ha mai usato del suo potere divino se non per gli altri, anche sulla croce. Nella seconda tentazione viene proposto a Gesù di scegliere fra il dominare gli altri e il servirli, fra la competizione e l’essere solidali, fra il sopraffare o il servire. Ognuno di noi ha un potere nella vita di tutti i giorni: sul lavoro, in famiglia, nella stessa comunità cristiana. La tentazione è di usarlo per metterci in mostra, per farci apparire importanti e, magari, farci avanzare. In quest’ottica, gli altri sono dei gradini per una nostra scalata. Il potere diventa il nostro orizzonte e diventa il nostro dio. Gesù risponde che si deve adorare solo Dio, servendo i fratelli, caricandoci delle loro difficoltà e aiutandoli. La terza tentazione cerca di minare alla base il rapporto con Dio, servendosi perfino della sua stessa parola. Il Diavolo insinua che Dio non sarebbe fedele alle sue promesse. Quante volte, oppressi dalle difficoltà ci chiediamo dove è Dio; oppure, davanti a delle ingiustizie, a dei cataclismi, al dolore innocente, rinfacciamo a Dio che se ci fosse e fosse buono non permetterebbe tutto questo. La risposta è proprio nella vita di Gesù, perché Dio non lo ha sottratto a nulla di tutto ciò che è umano, tranne il peccato. E proprio come ha fatto con il suo Figlio, non permetterà che ci sorprenda nessuna tentazione superiore alle nostre forze, perché «Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere». (1Cor 10,13). E Gesù, «proprio per essere stato messo alla prova ed aver sofferto personalmente, (…) è in grado di venire in aiuto di quelli che subiscono la prova» (Eb 2,18). Dio in Gesù ci illumina per farci riconoscere il Tentatore… che si presenta a noi ben vestito, in giacca e cravatta, profumato e con un aspetto rassicurante e accattivante, facendoci passare il male come bene («Che male c’è? Fanno così tutti!»), proprio come si è presentato a Gesù.