UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

7 aprile – II Domenica di Pasqua

La Chiesa è una comunità che annuncia una realtà nuova, una realtà che non è senza passato (le ferite del Signore rimangono), ma che lo trasforma in qualcosa di nuovo.Nella prima apparizione, Gesù si presenta ai discepoli nascosti per paura del popolo. Entrando non li saluta, ma dona loro la pace e compie un gesto […]
31 Gennaio 2013
La Chiesa è una comunità che annuncia una realtà nuova, una realtà che non è senza passato (le ferite del Signore rimangono), ma che lo trasforma in qualcosa di nuovo.
Nella prima apparizione, Gesù si presenta ai discepoli nascosti per paura del popolo. Entrando non li saluta, ma dona loro la pace e compie un gesto altamente evocativo: “soffiò su di loro” (v. 22 il verbo è lo stesso usato in Gn 2,7). Questo gesto ricorda la creazione dell’uomo, perché Dio all’uomo ancora fango soffiò nelle narici per donargli la vita. Ora Gesù ripete questo gesto per donare agli apostoli lo Spirito Santo, che è la vita e che dà loro la capacità di donare essi stessi la vita: il perdono dei peccati. Essi sono il segno della nuova umanità redenta, che non morirà mai, perché il Cristo ha sconfitto la morte nella sua umanità. Tommaso è assente e non crede alle parole degli amici. Ma il maestro ritorna e si mostra anche a lui e Tommaso pronuncia la sua professione di fede apice di tutte le altre che ritroviamo nei Vangeli: Gesù è il Signore Dio. Giovanni apre questo racconto con una precisa indicazione temporale per entrambe le apparizioni: la sera del primo giorno dopo il sabato, cioè la domenica. È il giorno del Signore, nel quale la comunità cristiana si riunisce per celebrare la morte e la risurrezione di Cristo, per cibarsi del suo Corpo e della sua parola, perché lo Spirito possa donarci la linfa vitale. Solo all’interno dell’assemblea liturgica possiamo riconoscere nel Figlio dell’uomo, di cui parla la seconda lettura, il vero sacerdote (la veste lunga di cui è rivestito è quella dei sacerdoti ebrei), il vero re (la cintura d’oro), che l’unica Chiesa (i sette candelabri: sette è il numero della totalità) adora. Solo nella comunione piena con la comunità possiamo partecipare allo scambio della linfa vitale per compiere i miracoli che ha compiuto Gesù, di cui parla la prima lettura: prendersi cura di chiunque abbia delle necessità e guarirlo, con l’ascolto, la preghiera e la solidarietà.