UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

21 aprile – IV Domenica di Pasqua

La Chiesa è una comunità dove c’è posto per tutti coloro che si riconoscono non onnipotenti, ma riconoscono in sé il bisogno di ascolto e di guida.L’immagine del pastore è molto frequente nella Scrittura, fin dall’inizio: Abele era un custode di greggi; ed anche Abramo, Mosè e Davide. Nel capitolo 10 del vangelo di Giovanni, Gesù […]
31 Gennaio 2013
La Chiesa è una comunità dove c’è posto per tutti coloro che si riconoscono non onnipotenti, ma riconoscono in sé il bisogno di ascolto e di guida.
L’immagine del pastore è molto frequente nella Scrittura, fin dall’inizio: Abele era un custode di greggi; ed anche Abramo, Mosè e Davide. Nel capitolo 10 del vangelo di Giovanni, Gesù si presenta come il pastore “bello e buono” (kalòs), perché, come ci ricorda la seconda lettura, è l’Agnello che ha dato la vita per tutti noi. Gesù ci dice che è disposto a lottare fino alla morte per le sue pecore, perché non vengano rapite o si perdano. Nel caso ciò accada, ci garantisce che Lui ci verrà a cercare e si batterà per portarci nel suo ovile. Proprio questo è il senso della Pasqua e che ogni cristiano deve proclamare a squarciagola: non esiste dolore per grande che sia, non esiste smarrimento, non esistono miseria o peccato o enormi cadute, per quanto profonde possano essere, a cui Gesù non abbia posto fine e non ci abbia dato la possibilità di rialzarci. Per quanto la strada che abbiamo preso ci conduca verso il baratro, Lui sarà sempre lì, pronto a prenderci sulle sue spalle. E questo è vero, perché non ci ha dato solo la sua parola, ma ci ha dato la sua stessa vita.