UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

20 aprile – Domenica di Pasqua

La pietra tolta Il primo segno che ci è dato del Risorto è la pietra tolta. Certamente, essa da sola non dice nulla. Essa rappresenta un vuoto, un’assenza, un dubbio. I nemici di Gesù lo vedono come il segno di un furto, di un inganno. Lo stesso sospetta Maria, che chiede a quello che lei […]
17 Febbraio 2014
La pietra tolta
Il primo segno che ci è dato del Risorto è la pietra tolta. Certamente, essa da sola non dice nulla. Essa rappresenta un vuoto, un’assenza, un dubbio. I nemici di Gesù lo vedono come il segno di un furto, di un inganno. Lo stesso sospetta Maria, che chiede a quello che lei immagina il giardiniere, di restituirle ciò che è stato tolto. L’esaltazione di Gesù, vista dal punto di vista di quel appezzamento di terreno in cui è stato scavato il sepolcro, comincia in sordina, secondo uno stile che ormai dovremmo aver imparato a conoscere. Gesù non si mostra ai suoi nemici, non si mostra al popolo risorto: non ha ragione di farlo. Avrebbe avuto probabilmente lo stesso effetto che scendere dalla croce: un’emozione momentanea, poi il ritorno del dubbio. Costringere a credere, senza amore, però: non la fede che lui vuole, non la fede che desidera il Padre. La pietra tolta avverte di cercare più in là di se stessa, senza poter sciogliere da sola il mistero.
 
La ricerca di Maria di Magdala
La prima ricerca che vediamo in atto è quella di Maria di Magdala: ella cerca un cadavere, ma trova solo la pietra e il sepolcro vuoto. Chiusa nel suo dolore, non può formulare nessuna ipotesi, se non che il corpo sia stato trafugato. Osserviamo dunque che nel suo cuore Maria ha già formulato un progetto: rassegnata a vedere morto Gesù, è pronta a imbalsamare il corpo, e farne oggetto di rimpianto e compassione. Potremmo dire che Maria Maddalena ama Gesù di un amore che acceca, che rischia di chiudersi in se stesso. Così è talvolta anche l’atteggiamento di molte persone, che vanno in cerca di emozioni religiose, o di un passato da museo, di tradizioni stanche o di rivoluzioni impossibili. Alla loro fede manca la sorpresa e la novità del Risorto, che sconvolge quelli che solo ai nostri occhi sono nobili progetti.
 
La ricerca di Pietro
Pietro corre anche lui a cercare, spinto dalle parole di Maria; ma l’altro discepolo corre più forte, lo precede; forse per rispetto viene lasciato entrare per primo. A differenza di Maria vuol vedere, vuol rendersi conto: comprende che qualcosa stona con l’ipotesi del furto. Le bende dovrebbero essere state portate via con il cadavere. Pietro non cerca emozioni, come Maria: cerca una spiegazione, ma non la trova. Qualcun altro lo precede sulla via della fede.
 
La ricerca del discepolo
Il discepolo che Gesù amava corre più veloce, ma lascia entrare per primo Pietro. Egli non cerca il primo posto, non si limita all’emozione, non si limita all’intelligenza che rischia di scrutare e approfondire a vuoto. Entrando, vede e crede. Della sua fede fa parte anche una certa comprensione della Scrittura. Senza la Scrittura, non c’è la possibilità di interpretare il vuoto della tomba, non si può neppure pensare ad una risurrezione dai morti. Nel discepolo amato si uniscono passione per Gesù, ricerca sincera, disponibilità ad entrare nel progetto di Dio: per questo egli entra prima di Pietro sulla via della fede. Ma una volta entrati, la loro testimonianza è concorde e autentica.
 
Testimoni del Risorto
Il brano degli Atti mostra, a distanza di tempo, come si articola la testimonianza di Pietro, permettendo di misurare la distanza che intercorre tra il timido rinnegatore, il perplesso scrutatore del sepolcro, il testimone convinto e fedele. Il Risorto si avvale della parola di uomini semplici per far giungere la buona notizia agli uomini. Come la pietra del sepolcro, anche la loro testimonianza è un segno estremamente povero, eppure decisivo. Gesù continua anche oggi ad essere messo in disparte, interpretato riduttivamente, scartato da chi pensa che il mondo contemporaneo abbia bisogno di qualcosa di più tecnologico, di più scientifico, di più persuasivo. Ma oggi come allora, “la pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo”. Le parole del salmo rassicurano noi, chiamati a proseguire la testimonianza degli apostoli, talvolta tentati dal dubbio. Anche per noi vale la sensazione di essere esclusi, messi in disparte: ciononostante, Gesù resta la “pietra angolare della storia”.
 
La vita nascosta
Paolo ha una espressione splendida: “la vostra vita è nascosta con Cristo, in Dio”. Il nascondimento non ci fa paura: significa che nei nostri gesti, nelle nostre parole, è nascosto un grande segreto, un tesoro che solo gli umili, i poveri e chi si fa povero riesce a discernere. Nessun macigno ci può fare paura, nessun ostacolo risulta inamovibile per i discepoli del Risorto, che non confidano nella loro forza, ma nella forza di Dio.