UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Caritas

La Parola che trasforma Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena […]
8 Novembre 2012
La Parola che trasforma
 
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto".  (Luca 1, 41-45)
 
 
Noi crediamo
 
La beatitudine… ci insegna che la vera felicità non si trova né nella ricchezza o nel benessere, né nella gloria umana o nel potere, né in alcuna attività umana, per quanto utile possa essere, come le scienze, le tecniche e le arti, né in alcuna creatura, ma in Dio solo, sorgente di ogni bene e di ogni amore. (CCC, 1723)
 
 
Con le mie opere ti mostrerò la mia fede
 
Diceva che siamo polvere e che alla polvere torneremo un giorno. Fabri di polvere se ne intende perché è nato con le mani e le gambe attorcigliate e per anni ha raccolto la polvere delle strade e del mondo.
Il padre non l’ha voluto come figlio perché mai nessuno nella sua famiglia era nato deforme. Solo sua madre ha fatto quello che poteva e per questo ha cominciato a pregare. Fabri una mattina ha capito che non avrebbe mai potuto usare le braccia e le mani per creare. Ha sognato che avrebbe potuto usare i piedi.
E così ha cominciato a fare per qualche tempo. Diceva che si era accorto che poteva ciò a cui non aveva mai pensato prima, quando si trovava nella polvere.
L’hanno mandato a scuola e ha imparato tante cose. A leggere e scrivere e scolpire e disegnare e soprattutto a lavorare il cuoio per fare copertine di libri e borse e portamonete per coloro che sanno cosa mettervi dentro.
Mi ha mostrato il campionario che portava in giro nella borsa. Ha preso le misure del libro togliendo entrambe le scarpe e i calzini. Ha usato il metro con l’aiuto dei denti e delle dita del piede. Ha chiesto un anticipo per l’acquisto del materiale e ha promesso che per venerdì avrebbe completato il lavoro.
Erano le 11 quando è apparso col passo claudicante e la borsa di plastica alla tracolla. Una volta nell’ufficio ha estratto la copertina di cuoio del libro, una Bibbia di Gerusalemme importata dalla Costa d’Avorio oltre una ventina di anni fa. Voleva lui stesso inserirla nella custodia e ci siamo aiutati a sistemarla. Andava benissimo.
Solo la croce della copertina era appena rovesciata come buona parte delle cose che la riguardano. Anche la chiusura lampo era perfetta. Un bel lavoro fatto coi piedi e forse anche coi denti.
Fabri è stato battezzato col nome di Emmanuel ed è originario della confinante repubblica del Benin. Diceva che Dio ha dato le mani a quasi tutti e che a lui ha dato i piedi. Ha provato qualche volta a chiedere a Dio il perché di questa sua scelta. Quella delle mani e quella dei piedi. Dice che finora non ha trovato nessuna risposta ma che ogni sera si avvale della bibbia per pregare e non manca mai alla messa della cattedrale di Niamey che si trova nel quartiere Zongo. 
 
P. Mauro, Niamey
 
Mi impegno
 
A prepararmi al Natale ormai vicino superando il consumismo, ritornando all’essenziale, riscoprendo il dono come dimensione di gratuità e condivisione.
A scegliere – per i doni natalizi – oggetti e prodotti che esprimono i valori di solidarietà, giustizia e pace (commercio equo e solidale, cooperative che coinvolgono persone svantaggiate, ecc.).