UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Catechesi

Per un germoglio di Regno di Dio a… (nome della città, paese, quartiere, parrocchia) Nella prima lettura di questa domenica leggiamo: «In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Ger 33,15). “Quei giorni e quel tempo” sono anche questi giorni e questo […]
5 Novembre 2012
Per un germoglio di Regno di Dio a… (nome della città, paese, quartiere, parrocchia)
 
Nella prima lettura di questa domenica leggiamo: «In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra» (Ger 33,15).
 
“Quei giorni e quel tempo” sono anche questi giorni e questo tempo di Avvento, carico di attesa/e. 
La liturgia chiama “avvento” sia l’attesa della nascita storica di Gesù, sia il “compimento” nella storia della sua missione.
Come credenti vogliamo rinnovare la nostra fede e vivere evangelicamente il tempo dell’attesa.
Così di domenica in domenica, di ascolto in ascolto, ci lasciamo illuminare e guarire dalla Parola che la Chiesa propone per far nascere un germoglio giusto nel nostro territorio (famiglie, istituzioni, luoghi di emarginazione e di ingiustizia, comunità cristiana) e crescere come strumenti di speranza.
Regaliamoci un tempo di ascolto profondo di noi stessi, di autocoscienza e autoconsapevolezza per prendere coscienza di ciò che stiamo vivendo.
 
Perché attendiamo?
Attendiamo per far sì che un frammento del progetto di vita di Gesù germogli e si incarni nel territorio delle nostre comunità, nella nostra storia, che è storia di salvezza. E la salvezza passa attraverso l’adesione allo stile di vita di Gesù, ai suoi valori e progetti, con il solo aiuto del suo Spirito.
 
Cosa attendiamo?
Non una generica attesa del ritorno di Cristo, quanto piuttosto l’attesa della trasformazione della storia (e non preparativi per la festa della nascita del fondatore della Chiesa).
Gesù, che ha dato inizio alla comunità messianica (che ha come desiderio che venga il Regno di Dio), assicura (i suoi) che tale trasformazione viene, ma non in modo automatico e non senza la compromissione dei credenti. Viene nella misura in cui ogni comunità, dopo la sua morte, rimane attenta alla sua predicazione. Ritorno quindi inteso come momento di compimento.
Siamo chiamati a desiderare che in ogni tempo giunga il compimento dell’invocazione “Venga il tuo regno!” (Mt 6,10). Allora preghiamo: “Signore vieni! Venga il tuo regno!”
Infatti, come ci insegna la liturgia, Colui che viene è già venuto, ciò che deve venire è la regalità definitiva di Dio.
La Scrittura in molti modi ci lascia intendere che ciò che Cristo ha iniziato a realizzare è affidato alla sua Chiesa e che questo servizio si realizza attraverso la modalità espressa dalla parabola “lo avete fatto a me” (Mt 25,40.45). Eppure ogni giorno di più vediamo crescere i segni della distruzione e della manipolazione dell’uomo e non i segni della paternità di Dio.
Siamo chiamati a desiderare l’avvento delle opere messianiche di Gesù.
Ne deriva un compito, una coscienza e una pratica missionaria di vera e profonda umanizzazione: comprendere nel nostro tempo, nella nostra cultura, i germogli, i segni della presenza salvifica e liberante di Dio (GS 11 e 4) attraverso l’esercizio di lettura dei segni dei tempi.
L’espressione “segno dei tempi” è stata utilizzata da Gesù per indicare il valore salvifico delle sue azioni e dei suoi segni perché fossero appunto segni per i tempi, in modo che i discepoli fossero preparati a riconoscere il futuro di Dio anche dopo la sua ascensione al cielo.
Nella prospettiva teologica, segni dei tempi sono tutte le manifestazioni di Cristo risorto nella storia. Sono azioni, fatti, scelte, movimenti che rendono presente qualcosa di importante della prassi messianica di Gesù (prassi del regno) in ogni tempo e in questo modo anticipano la venuta finale.
La comunità cristiana è invitata a comprenderli e a segnalarli a se stessa e alla comunità umana.
La comunità cristiana è chiamata a comprendere attraverso quali scelte i segni dei tempi inaugurati da Gesù di Nazareth si rendono presenti nel nostro tempo. Tutto ciò che attualizza la prassi messianica di Cristo aiuta l’avvento del regno di Dio.
Segno dei tempi è espressione dell’agire di Dio nella storia.
Segni dei tempi sono eventi che contribuiscono a cambiare la storia:
-          Costruire se stesso come punto di riferimento per gli altri (come educatore) diventa un segno per i tempi.
-          Si può guardare alla coppia come una possibilità “santificata” perché può far venire nell’oggi il Regno di Dio (costruire una società più giusta…). La relazione di coppia come strumento dell’agire di Dio.
Il programma è: cambiare se stessi per promuovere il cambiamento dell’altro.
Non è possibile cambiare la società (disillusione), ma possiamo cambiare noi (speranza)!
Viviamo allora questo tempo di attesa cercando di far nascere o crescere un germoglio, un frammentodella prassi messianica inaugurata da Gesù di Nazareth.
 
Attività/esperienze: individuare o far nascere i germogli/segni della paternità di Dio e della fraternità universale.
 
Adulti
Individuiamo persone che nella comunità/territorio sono continuatori della pratica messianica di Gesù e invitiamoli per una riflessione comune.
Portiamo il contenuto della riflessione personale e di gruppo, come condivisione o preghiera, durante una celebrazione comunitaria.
 
Siamo invitati a fare della nostra vita un’esperienza di attraversamento culturale per cercare o porre nel nostro tempo i segni/germogli della missione di Gesù:
-  Quale germoglio per crescere nella capacità di umanizzare la vicenda umana nel nostro territorio?
-  Quale germoglio per crescere nella capacità di realizzare la giustizia e l’equità?
 
Diamo un nome agli impegni assunti e trasformiamoli in germogli da piantare nel plastico che preparano i ragazzi(o disegnarli se preparano un cartellone). 
 
Ragazzi
Con l’aiuto dei catechisti e di alcuni giovani animatori i ragazzi preparano un plastico (oppure un cartellone) del territorio parrocchiale o cittadino, prevedendo la possibilità di modificarlo e completarlo nel corso delle quattro settimane con i seguenti elementi:
1^ settimana: germogli (piantine verdi riportanti la scritta, o il simbolo dell’impegno, da disporre nei luoghi individuati della parrocchia o della città).
2^ settimana: strade da raddrizzare, burroni da colmare, montagne da abbassare.
3^ settimana: sole e fiori variopinti, segno della gioia.
4^ settimana: luci, segno della fede.
Esporre il plastico (o il cartellone) in chiesa in modo che sia ben visibile da parte di tutti. La domenica durante la celebrazione eucaristica due adulti e due ragazzi lo presentano alla comunità e pongono i “germogli” negli appositi spazi.