UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Contributo dell'Ufficio Liturgico Nazionale

• La contemplazione del volto trasfigurato del Signore prelude alla contemplazione dello stesso volto sfigurato nella passione (cfr. Is 53, 2): luce e sofferenza, vita e morte, sono indissociabili nel progetto di amore e di donazione di Dio che si è attuato nel Figlio. Anziché ricorrere a immagini estranee alla venerazione consueta, si potrebbe collocare […]
31 Gennaio 2012
• La contemplazione del volto trasfigurato del Signore prelude alla contemplazione dello stesso volto sfigurato nella passione (cfr. Is 53, 2): luce e sofferenza, vita e morte, sono indissociabili nel progetto di amore e di donazione di Dio che si è attuato nel Figlio. Anziché ricorrere a immagini estranee alla venerazione consueta, si potrebbe collocare in luogo degno l’immagine del Crocifisso, possibilmente la stessa che verrà usata per l’adorazione della croce nel Venerdì Santo. Tale immagine può essere adornata con qualche ramo verde o una sobria composizione floreale a indicare la gloria del Cristo, anticipata nella trasfigurazione, e rivelatasi in pienezza negli eventi pasquali.
 
• Il testo paolino della seconda lettura riprende in qualche modo il testo del sacrificio di Isacco narrato nella prima lettura. Ora è Dio Padre a non risparmiare il proprio Figlio, ma a darlo per tutti noi, e Cristo, morto e risorto, sta alla destra di Dio per intercedere a nostro favore. L’omelia potrebbe insistere sulla dinamica sacrificale dei testi e sul legame con il sacrificio eucaristico che rinnova l’offerta pasquale di Cristo nei segni conviviali del pane e del vino. Si suggerisce di utilizzare, a questo proposito, la preghiera eucaristica III. In tale testo si celebra l’azione di Dio che raduna attorno a sé un popolo in grado di offrirgli «il sacrificio perfetto» (è l’oblatio munda di Ml 1,11), il compimento di tutti i sacrifici e, pertanto, a Dio gradito, sacrificio che la Chiesa riconosce nell’Eucaristia. Il riferimento sacrificale viene esplicitato nella parte anamnetica allorché il Corpo e il Sangue del Signore vengono chiamati «sacrificio santo», nell’offerta della «vittima immolata per la nostra redenzione» e nelle intercessioni ove si domanda che lo Spirito Santo renda l’intera assemblea «sacrificio perenne» a Dio gradito e si invoca pace e salvezza in forza dell’Eucaristia celebrata, «sacrificio di riconciliazione». Nell’offerta pasquale di Cristo che la Chiesa celebra, essa stessa impara a conformarsi a lui e ad offrirsi al Padre come sacrificio santo (cfr. SC 48). In tal modo la liturgia davvero forma e educa in senso forte l’intera esistenza cristiana.