UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Contributo dell'Ufficio Nazionale per la cooperazione missionaria tra le chiese

Concetto Il martirio è anche conseguenza della lotta a favore della giustizia, nell’ottica di una lecita obiezione di coscienza a leggi inique e contrarie al valore indiscutibile della libertà religiosa.  Figura di riferimento: Shahbaz Bhatti Il Ministro Federale per le Minoranze Religiose del Pakistan, il cattolico Shahbaz Bhatti, viene ucciso a Islamabad 2 marzo 2011. Era uscito dalla […]
20 Febbraio 2012
Concetto
 
Il martirio è anche conseguenza della lotta a favore della giustizia, nell’ottica di una lecita obiezione di coscienza a leggi inique e contrarie al valore indiscutibile della libertà religiosa.
 
 
Figura di riferimento: Shahbaz Bhatti
 
Il Ministro Federale per le Minoranze Religiose del Pakistan, il cattolico Shahbaz Bhatti, viene ucciso a Islamabad 2 marzo 2011. Era uscito dalla sua residenza per recarsi in ufficio, era in auto con sua nipote e il suo autista. Non aveva uomini di scorta, perché gli era stata negata nonostante le molte minacce ricevute. All’improvviso una piccola auto si è affiancata a quella del Ministro e ha esploso un colpo di arma da fuoco verso il finestrino dell’autista, per fermarla. Un gruppo di uomini armati, dal volto coperto, ha tirato fuori dall’automobile il Ministro e l’ha colpito con una pioggia di colpi durata circa due minuti. Il commando è poi fuggito. L’attentato è da attribuire a gruppi talebani che avrebbero lasciato sul luogo del delitto dei volantini.
Sacerdoti e suore pakistane non esitano a definire Bhatti “un martire”, persona che “ha dato la vita per la difesa dei diritti delle minoranze religiose, specialmente dei cristiani”. Peter Jacob, Segretario della Commissione episcopale “Giustizia e Pace”, amico personale di Bhatti, dichiarò: “Siamo in uno stato di shock e di panico: la comunità cattolica, tutti i cristiani, sono traumatizzati da questo ennesimo omicidio. Ci sentiamo molto vulnerabili: lo sono soprattutto i difensori dei diritti umani e delle minoranze religiose”.
Bhatti, 42 anni, era originario del villaggio di Khushpur (Punjab), chiamato “il Vaticano del Pakistan”, in quanto è un villaggio fondato dai padri Domenicani che ha dato i natali a numerosi sacerdoti, suore e religiosi pakistani. Nel suo impegno di attivista per i diritti umani e per le minoranze religiose, Bhatti aveva fondato la “All Pakistan Minorities Alliance” e il “Christian Liberation Front”, organizzazioni molto attive nella società civile.
Era un alfiere della lotta per la revisione della legge sulla blasfemia, cosa che gli è costata la vita. Negli ultimi tempi amava ripetere “Ho bruciato le mie navi”, riferendosi a un impegno che coinvolgeva tutta la sua esistenza e che non poteva prevedere un passo indietro.
In un’intervista all’agenzia Fides pochi giorni prima di morire aveva detto di considerare il suo servizio in politica come “testimonianza della fede in Cristo”.
 
 
Per una lettura di approfondimento
 
Francesca Milano, Morte di un blasfemo. Shahbaz Bhatti, un politico martire in Pakistan, Edizioni San Paolo.