Facendo un giro, da nord a sud dell’Italia, isole comprese, ci si accorge che non esiste parrocchia che non abbia la presenza almeno di un ministrante o, ancora meglio, di un gruppo di ministranti costituito e organizzato.
Ma chi è il ministrante?
Il ministrante è quel ragazzo o ragazza che serve all’altare ed assiste il sacerdote o il diacono durante le celebrazioni liturgiche. Il termine ministrante, che ha sostituito col tempo il termine chierichetto, deriva dal latino “ministrans”, cioè colui che serve, secondo l’esempio di Gesù, il servo per eccellenza, obbediente fino alla morte, che invita anche noi a farci servi amando Dio e tutti i nostri fratelli. Quindi essere ministrante non si riduce soltanto a prestare un servizio all’altare, fatto con attenzione, generosità e impegno. Il ministrante principalmente è un ragazzo/a che attraverso il Battesimo è diventato amico di Gesù, vuole approfondire la sua fede, viverla in un servizio concreto e che nella vita di ogni giorno e con tutti cerca di vivere quello stile di amore che Gesù ci ha insegnato.
Il ministrante svolge un vero e proprio ministero liturgico, che armonizzato con quello esercitato dal diacono, dagli accoliti, dai ministri della comunione, dai lettori, dai cantori…, contribuisce a rendere ogni azione liturgica un vero incontro con Cristo.
È ministrante, allora, ogni ragazzo o ragazza, adolescente o giovane che abbia compreso che la Chiesa è la comunità dei credenti che, convocati dallo Spirito Santo, esercitano il loro sacerdozio battesimale facendo della loro preghiera e della lode un’offerta a Dio Padre unita a quella di Cristo.
Quello del ministrante è un compito importante, che permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un’amicizia gioiosa, vera e profonda con Lui. Egli si impegna a custodire gelosamente questa amicizia nel suo cuore come san Tarcisio, patrono dei ministranti, pronto ad impegnarsi e a lottare perché Gesù giunga a tutti gli uomini.
Ogni volta che si accosta all’altare, il ministrante ha la grazia di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua a volersi donare a ciascuno di noi, ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci la forza per vivere bene la nostra vita. Il ministrante, con l’ascolto della Parola di Dio, il servizio liturgico, la partecipazione all’Eucaristia, la preparazione delle festività dell’anno liturgico, la memoria delle feste mariane e dei santi, vive da vicino questo meraviglioso mistero d’Amore!
Il ministrante svolge il suo compito con amore, con attenzione e devozione, con puntualità e fedeltà evitando la superficialità e la distrazione, in modo che i fedeli possano essere ancora più invitati alla preghiera e percepire sempre meglio che il Signore è presente nelle azioni liturgiche.
Al ministrante son richiesti il raccoglimento interiore prima di ogni celebrazione, la partecipazione consapevole, la fedeltà nei compiti assegnati, la costanza nel servizio e negli impegni assunti, ma soprattutto la testimonianza concreta in ogni ambito della vita di essere amico di Gesù.
La vita e l’esempio di san Tarcisio devono ispirare il profondo amore e la grande venerazione che ogni ministrante deve avere verso l’Eucaristia che è “il Pane della vita, è Gesù stesso che si fa cibo, sostegno e forza per il cammino di ogni giorno e strada aperta verso la vita eterna; è il dono più grande che Gesù ci ha lasciato”.
Il ministrante, dove è possibile, non è un navigatore solitario, ma vive la sua esperienza di servizio all’interno di un gruppo, insieme ad altri amici di Gesù. L’esperienza del “gruppo ministranti” si pone nel contesto della liturgia celebrata e vissuta dalla comunità cristiana e si presenta come una realtà specifica di servizio.
Il gruppo ministranti, impegnato ad instaurare un clima positivo e favorevole al suo interno improntato sul valore della fede autentica e della sincera amicizia nel Signore, è chiamato a crescere con gradualità e competenza nella comprensione di ciò che si celebra. Grazie all’impegno formativo, il gruppo ministranti favorisce in tutti la crescita profonda nel rapporto con Dio e l’appartenenza alla comunità cristiana. L’educazione comunitaria ad un servizio generoso e gratuito, aiuterà il singolo ministrante a non essere autosufficiente o accentratore, bensì lo incoraggerà a crescere a vivere la comunione con gli altri e a concepire il servizio liturgico come una vera sinergia di collaborazioni.
Nel gruppo ministranti i ragazzi maturano nella scoperta che “svolgono un vero e proprio ministero liturgico” che si prolunga in uno stile di vita che dà senso alle loro giornate, diventano sempre più amici e discepoli di Gesù, ascoltano la Parola di Dio e cercano di metterla in pratica concretamente, si aprono alla scoperta che il proprio servizio è un’apertura agli altri, sia essi membri della comunità, familiari, amici o chiunque incontrano nel loro cammino.