UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Domenica delle Palme

Il racconto della Passione di Gesù in Marco mostra in maniera definitiva e finalmente completa l’identità di Gesù. Il segreto sulla sua persona, che egli costantemente impone nella sua vita pubblica, viene finalmente sciolto nell’ora decisiva. Ai discepoli infatti egli rivela il suo piano di salvezza, nei segni del pane e del vino: il suo […]
16 Febbraio 2012
Il racconto della Passione di Gesù in Marco mostra in maniera definitiva e finalmente completa l’identità di Gesù. Il segreto sulla sua persona, che egli costantemente impone nella sua vita pubblica, viene finalmente sciolto nell’ora decisiva. Ai discepoli infatti egli rivela il suo piano di salvezza, nei segni del pane e del vino: il suo corpo, e il suo “sangue dell’alleanza, che è versato per molti” (cf. Mc 14,22-24). Di fronte ai sommi sacerdoti egli si fa riconoscere come il “Figlio dell’uomo” che sarà visto “seduto alla destra della Potenza” (Mc 14,62). Al termine della Passione, il centurione lo riconosce: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio” (Mc 15,39). Una simile affermazione non è nuova nel vangelo di Marco, ma nei capitoli precedenti era sempre accompagnata da inviti al silenzio e alla reticenza sulla sua identità; perfino a Pietro, che pure lo riconosce come il Cristo, è imposto di tacere, così come a tutti gli apostoli. Solo nel momento della Passione il riconoscimento esplicito non è accompagnato da nessuna smentita, e arriva da un personaggio assolutamente inatteso: un soldato romano, un nemico, un rude militare addetto alle condanne a morte riconosce in Gesù l’inviato di Dio.
 
Marco si premura di far notare che il velo del Tempio si squarcia in due: cominciano a cadere le barriere di separazione, l’annuncio della salvezza si apre a tutti i popoli, anche i pagani possono riconoscere in Gesù il Figlio e il Salvatore. Già nella sua morte Gesù è segno di contraddizione e segno di alleanza. Nel corso della sua Passione vengono alla luce la doppiezza di coloro che lo accusano, la vigliaccheria di Pilato, la volubilità della folla, la brutalità dei soldati, ma da parte di Gesù viene offerto unicamente il perdono. Egli, accettando di morire, interrompe la catena dell’odio e della vendetta, e immette nella storia umana la forza irresistibile del perdono di Dio, secondo il desiderio del Padre. Potremmo però chiederci perché questo atto di Gesù possa avere un valore così grande, universale: la risposta ci viene data dal brano della lettera ai Filippesi (seconda lettura).
 
Paolo fa notare che Gesù si è fatto “obbediente fino alla morte”: proprio l’obbedienza piena al Padre conferisce valore universale al suo agire salvifico. Gesù mostra nella sua vita di uomo una perfetta obbedienza, di qualità divina. Attraverso di lui è di nuovo possibile conformarsi al Padre, avere una “lingua da discepoli”, avere un orecchio “attento” per “ascoltare come i discepoli”. Nella prima lettura ci è mostrato l’intimo legame tra ascolto-obbedienza e capacità di lotta-sofferenza: colui che sa “ascoltare” come un discepolo diventa capace di confortare gli sfiduciati e “rendere la faccia dura come pietra”.
 
La via dell’obbedienza perfetta alla volontà di Dio, annunciata dal profeta Geremia come segno della Nuova Alleanza è inaugurata nella Passione di Cristo. Nello stesso momento riemerge prepotente la disobbedienza radicale da parte dell’uomo: nessuno dei personaggi che circonda Gesù corrisponde alla sua identità profonda di creatura umana, tutti diventano mostruosi e dis-umani, perfino Pietro, che rinnega la sua amicizia con Gesù, e gli altri discepoli: “tutti lo abbandonarono e fuggirono”. Prima della morte l’unico segnale di una umanità capace di condividere la sorte di Gesù sta in Simone di Cirene, costretto a portare la croce, eppure in qualche modo solidale con lui. Dopo la morte, significativamente, l’evangelista annota, come timidi segnali di speranza, alcuni esponenti di una umanità nuova: il centurione, le donne, Giuseppe di Arimatea. Dal punto zero della Passione, una nuova storia può ripartire.
 
 
Proposta musicale dal Repertorio Nazionale
 
Sei giorni prima della Pasqua (RN 107)
 
Testo: Liturgia
Musica: A. Zorzi
Fonti: Elledici
Uso: ingresso
Forma musicale: Tropario
 
 
Sei giorni prima della Pasqua,
quando Gesù entrò in Gerusalemme,
gli andarono incontro i fanciulli,
acclamando a gran voce:
 
Rit.      «Osanna, osanna al Figlio di David.
Benedetto colui che viene /
nel nome del Signore!»
 
1.         Tu sei il re d’Israele, di Davide nobile stirpe,
che nel nome del Signore vieni a noi, benedetto!
 
2.         Nell’alto dei cieli ti lodano tutti gli angeli in coro,
lodano te sulla terra uomini e cose insieme.
 
3.         Come accettasti il tripudio /
del popolo ebreo osannante,
ora accetta la lode /
che con voti e preghiere eleviamo.
 
 
Il testo
 
Il testo riprende l’antifona di ingresso proposti dal Messale per la Domenica delle Palme, attingendo in particolare dal Vangelo di Matteo (21,9) che a sua volta richiama in parte il salmo 117 (in particolare i versetti 25-26). Le tre strofe riprendono il testo dell’inno a Cristo re Gloria, laus et honor di Teofilo di Orléans. Tutti testi che celebrano la regalità di Cristo.
 
 
La musica
 
La forma è quella del tropario, struttura musicale che mette in azione tutti gli attori della Celebrazione i quali intervengono ognuno per la propria competenza. Il tropario è organizzato in un’antifona iniziale eseguita dal coro (che sarà ripresentata poi alla fine del canto), da un ritornello in cui tutta l’assemblea dà il proprio contributo in canto e dalle strofe eseguite da un solista o da un piccolo gruppo di voci.
 
 
Quando e come utilizzarlo
 
Un canto d’ingresso importante, come effettivamente deve essere, per la Domenica delle Palme.
La musica del tropario-stanza (antifona + ritornello) non presenta particolari difficoltà ritmiche o melodiche. Si ponga l’attenzione affinché si canti con una certa scioltezza. Stesse indicazioni per le tre strofe per le quali viene proposto un modulo molto semplice che può essere affidato a un coro a voci dispari. Non si sillabino le parole, ma si pronuncino con fluidità, nel modo più naturale possibile.
 
 
La liturgia della Parola
 
 
 
Per Celebrare
 
Dalla Lettera circolare della Congregazione per il culto Paschalis sollemnitatis (16 gennaio 1988)
28. La settimana santa ha inizio «la domenica delle palme della passione del Signore» che unisce insieme il trionfo regale di Cristo e l’annunzio della passione. Nella celebrazione e nella catechesi di questo giorno venga messo in luce l’uno e l’altro aspetto del mistero pasquale.
29. Fin dall’antichità si commemora l’ingresso del Signore in Gerusalemme con la solenne processione, con cui i cristiani celebrano questo evento, imitando le acclamazioni e i gesti dei fanciulli ebrei, andati incontro al Signore al canto dell’«Osanna».
La processione sia una soltanto e fatta sempre prima della messa con maggiore concorso di popolo, anche nelle ore vespertine, sia del sabato che della domenica. Per compierla si raccolgano i fedeli in qualche chiesa minore o in altro luogo adatto fuori della chiesa, verso la quale la processione è diretta.
I fedeli partecipano a questa processione portando rami di palma o di altri alberi. Il sacerdote e i ministri precedono il popolo portando anch’essi le palme.
La benedizione delle palme o dei rami si fa per portarli in processione. Conservate nelle case, le palme richiamano alla mente dei fedeli la vittoria di Cristo celebrata con la stessa processione.
I pastori si adoperino affinché questa processione in onore di Cristo re sia preparata e celebrata in modo fruttuoso per la vita spirituale dei fedeli.
 
 
Suggerimenti per l’animazione musicale
 
Dopo la processione delle palme non c’è l’atto penitenziale; con la colletta termina il rito ed inizia la Liturgia della Parola.
Si riduca l’utilizzo degli strumenti musicali soprattutto fuori dall’accompagnamento del canto.
 
Inizio: Osanna al Figlio di David (RN 105)
Processione in onore di Cristo Re: A te gloria(RN 102)
Ingresso in chiesa: Sei giorni prima della Pasqua (RN 107)
 
Salmo responsoriale: testo e partitura (pdf)   -   musica  (mp3)
 
Salmo responsoriale: 07-salmo responsoriale pdf e mp3
Acclamazione al Vangelo: Gloria e lode a te (RN 16)
Professione di fede: Io credo in Dio - Simbolo apostolico (RN 18)
Preghiera universale: Preghiamo insieme e cantiamo (RN 20)
Presentazione delle offerte: Signore, dolce volto (RN 137) oppure silenzio
Santo: Santo (RN 24)
Mistero della fede: Tu ci hai redenti con la tua croce (RN 30)
Amen della dossologia: Amen! (RN31)
Padre nostro: Padre nostro (RN 33)
Acclamazione all’embolismo: Tuo è il regno (RN 36)
Frazione del pane: Agnello di Dio (RN 38)
Comunione:Soccorri i tuoi figli (RN 98) le strofe per la domenica delle Palme 1, 2, 3
Canto dopo la comunione: Con amore infinito (RN 349)