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 Ufficio Liturgico Nazionale - Archivio - 2013 - Dicembre - 50 anni della Sacrosanctum Concilium 
50 anni della Sacrosanctum Concilium   versione testuale

LA COSTITUZIONE SULLA LITURGIA
 
La prima costituzione conciliare fu promulgata il 4 dicembre 1963. Una scelta che voleva sottolineare il primato di Dio, la sua priorità assoluta.
A ricordo, pubblichiamo una parte dell?Allocuzione tenuta da Paolo VI in occasione della promulgazione della Sacrosanctum Concilium:
 
«È stata appena promulgata la Costituzione liturgica. Lo stato d'animo è quello dell'esultanza di chi - attraverso la liturgia - orienta tutto al primato di Dio! È chiaro alla coscienza del papa che non si fa la riforma liturgica per "abbassare" la liturgia al livello del popolo, ma per innalzare il popolo al livello del Mistero celebrato.
Non è stata del resto senza frutto l'ardua e intricata discussione, se uno dei temi, il primo esaminato il primo in un certo senso, nell'eccellenza intrinseca e nell'importanza per la vita della chiesa, quello su la sacra liturgia, è stato felicemente concluso ed è oggi da Noi solennemente promulgato. Esulta l'animo Nostro per questo risultato. Noi vi ravvisiamo l'ossequio alla scala dei valori e dei doveri: Dio al primo posto; la preghiera prima nostra obbligazione; la liturgia prima fonte della vita divina a noi comunicata, prima scuola della nostra vita spirituale, primo dono che noi possiamo fare al popolo cristiano, con noi credente e orante, e primo invito al mondo, perché sciolga in preghiera beata e verace la muta sua lingua e senta l'ineffabile potenza rigeneratrice del cantare con noi le lodi divine e le speranze umane, per Cristo Signore e nello Spirito Santo. [ ... ]
Sarà bene che noi facciamo tesoro di questo frutto del nostro Concilio, come quello che deve animare e caratterizzare la vita della chiesa; è infatti la chiesa una società religiosa, essa è una comunità orante, è un popolo fiorente di interiorità e di spiritualità promesse dalla fede e dalla grazia. Se qualche semplificazione noi ora portiamo alle espressioni del nostro culto e se cerchiamo di renderlo più comprensibile dal popolo fedele e più consono al suo presente linguaggio, non vogliamo certamente diminuire l'importanza della preghiera, né posporla ad altre cure del ministero sacro o dell'attività pastorale, né impoverirla della sua forza espressiva e del suo fascino artistico; bensì vogliamo renderla più pura, più genuina, più vicina alle sue fonti di verità e di grazia, più idonea a farsi spirituale patrimonio del popolo.
Perché ciò sia, desideriamo che nessuno attenti alla regola della preghiera ufficiale della chiesa con riforme private o riti singolari, nessuno si arroghi di anticipare l'applicazione arbitraria della Costituzione liturgica, che Noi oggi promulghiamo, prima che opportune e autorevoli istruzioni siano a tale proposito emanate, e che le riforme, alla cui preparazione dovranno attendere appositi organi postconciliari, siano debitamente approvate.
Nobiltà della preghiera ecclesiastica è la sua corale armonia nel mondo: nessuno voglia turbarla, nessuno offenderla».
 
(Allocuzione nella solenne chiusura della seconda sessione del Concilio di Paolo VI, 4 dicembre 1963)