UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Presentazione di S.E. Mons. Mariano Crociata,
Segretario Generale della CEI

 «Il Popolo di Dio radunato per la celebrazione canta le lodi di Dio. La Chiesa, nella sua bimillenaria storia, ha creato, e continua a creare, musica e canti che costituiscono un patrimonio di fede e di amore che non deve andare perduto. Davvero, in liturgia non possiamo dire che un canto vale l’altro» (Sacramentum caritatis, […]
20 Febbraio 2013
 
«Il Popolo di Dio radunato per la celebrazione canta le lodi di Dio. La Chiesa, nella sua bimillenaria storia, ha creato, e continua a creare, musica e canti che costituiscono un patrimonio di fede e di amore che non deve andare perduto. Davvero, in liturgia non possiamo dire che un canto vale l’altro» (Sacramentum caritatis, n. 42). Queste parole di Papa Benedetto XVI esprimono in modo sintetico la considerazione che la Chiesa ha sempre riservato al canto liturgico.
I documenti magisteriali recenti sono concordi nel sottolineare che una celebrazione liturgica priva del canto è una rinuncia al coinvolgimento che il cantare porta con sé, e perciò rende più difficile la partecipazione piena e vissuta. Sarebbe sufficiente a questo proposito rileggere l’Istruzione Musicam sacram: dopo aver premesso che «l’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto», si afferma che con la celebrazione in canto «la preghiera acquista un’espressione più gioiosa, il mistero della sacra liturgia e la sua natura gerarchica e comunitaria vengono manifestati più chiaramente, l’unità dei cuori è resa più profonda dall’unità delle voci, gli animi si innalzano più facilmente alle cose celesti per mezzo dello splendore delle cose sacre, e tutta la celebrazione prefigura più chiaramente la liturgia che si svolge nella Gerusalemme celeste» (n. 5).
Per cantare in modo consono alla liturgia della Chiesa occorrono però canti adatti quanto al testo, alla musica e allo stile, canti cioè che incarnino ciò che la liturgia chiede di compiere e che i fedeli possano agevolmente fare propri.
Fu questa esigenza a motivare la prima edizione del Repertorio nazionale di canti, presentato per l’uso liturgico alle Chiese che sono in Italia dalla Commissione Episcopale per la liturgia il 6 gennaio 2001. Esso intendeva non solo evidenziare il significato e il ruolo del canto nella preghiera liturgica, ma anche rispondere alla richiesta di un repertorio nazionale, in grado di suggerire alcuni criteri fondamentali che orientassero nella scelta dei canti e garantissero la dignità delle celebrazioni.
Conformemente al disposto del n. 108 dell’Istruzione Liturgiam authenticam, tale repertorio – opportunamente rivisto e integrato – è stato sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Generale dei Vescovi italiani e ha ottenuto il 20 maggio 2008 la recognitio della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
Viene ora pubblicato in una nuova edizione corredata di testi e partiture, quale strumento concreto al quale attingere nella scelta dei canti più appropriati per le diverse celebrazioni.
Esso mette a disposizione delle nostre comunità un buon numero di composizioni che rispondono alle esigenze liturgiche, con l’obiettivo di coniugare la dignità delle parole e delle musiche con la cantabilità, al fine di soste- nere e promuovere la partecipazione attiva dell’assemblea.
Senza sostituirsi ai repertori esistenti, approvati dall’autorità ecclesiastica competente, intende assumere un carattere di esemplarità, favorendo la diffusione di un patrimonio nazionale, anche in considerazione dell’alta mobilità che caratterizza i tempi moderni e del frequente convergere dei fedeli in occasione di raduni nazionali, convegni e congressi.
Auspico che questa raccolta possa essere di grande utilità per le nostre celebrazioni, aiutandoci a condividere anche nel canto quel patrimonio di fede e di esperienza religiosa che contraddistingue il popolo italiano.
 
 
Mariano Crociata
Segretario Generale della CEI
 
19 Aprile 2009