Testo: M. Turoldo
Musica: S. Marcianò
Fonti: ElleDiCi
Uso: Ingresso, comunione
Forma musicale: Inno
1. O Redentore delluomo, discendi,
vieni e rivela il mistero di Dio:
cosa si celi in un cuore di carne,
quanto egli ami la nostra natura.
2. Il Padre, il Verbo, lo Spirito dicano:
«Luomo facciamo ancora e per sempre!».
È lui limmagine vera, perfetta,
lultimo frutto, il nato da Vergine.
3. Ormai la terra, il mare, le stelle
e quanto vive quaggiù sotto il cielo
il canto innalzino a lui che viene,
al benedetto nel nome di Dio.
4. A te, Gesù, che il Padre riveli
e sveli insieme il nostro destino,
a te, che nuove le cose rifai,
il nostro canto di grazie e di lode.
Il testo
Il clima di attesa e di speranza nel quale l'Avvento, anno dopo anno, ci immette, è espresso in questo canto con un versificare fluido, privo di asperità e ricco di suggestive immagini che richiamano la promessa messianica.
Alle prime strofe, quasi invocatorie, che parlano espressamente della venuta del Redentore, fanno seguito altre due nelle quali si esprime la gratitudine e la lode del creato per il grande dono reso dal Padre all'umanità.
La musica
Questi versi, chiari e scorrevoli, sono commentati da una melodia solida, dalla struttura severa, che segue passo a passo il periodare del testo e riesce a rievocare musicalmente alcuni concetti-base in esso contenuti come, ad esempio, la scala discendente iniziale quasi a rappresentare la "discesa" del Redentore.
L'abbinamento testo-musica non presenta particolare problemi, poiché vi è sempre perfetta corrispondenza tra accenti del testo e accenti musicali.
Quando e come utilizzarlo
È un canto tipico dell'Avvento. Il suo impiego durante la celebrazione può essere vario: canto dingresso, canto durante o dopo la comunione, canto che accompagna il congedo dell'assemblea.
Per quanto riguarda l'esecuzione, numerose procedure sono possibili. Data la forma specifica del brano - quella del corale - il modo migliore di eseguirlo è quello comunitario, affidandolo a tutta l'assemblea. È però utile, per non correre il rischio che il tutto si appesantisca e perda dinteresse, alternare a ogni gruppo di due strofe un interludio d'organo (se l'organista non è in grado di improvvisarlo, può ripetere una volta l'intero brano).
Altro sistema può essere quello di alternare una strofa affidata all'assemblea con una cantata dal coro (quest'ultimo può eventualmente utilizzare l'armonizzazione a 4 voci dispari dell'edizione originale).
Si presta bene per essere eseguito da parte di assemblee numerose.