UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Repertorio per celebrare

Messa della notte  Ingresso[1]:Venite, fedeli (RN 76) Atto penitenzialeKyrie, eleison (RN 3) GloriaGloria in excelsis Deo (RN 7) Salmo responsorialeproposta musicale CEI Acclamazione al VangeloAlleluia – Cantate al Signore (RN 12) Professione di fedeIo credo in Dio – Simbolo apostolico (RN 18) Preghiera universalePreghiamo insieme e cantiamo (RN 20) Presentazione dei doni:Notte di luce (RN 70) SantoSanto (RN 26) Anamnesi:Annunciamo la tua morte, Signore (RN […]
7 Novembre 2013
Messa della notte
 
 
Ingresso[1]:
Venite, fedeli (RN 76)
 
Atto penitenziale
Kyrie, eleison (RN 3)
 
Gloria
Gloria in excelsis Deo (RN 7)
 
Salmo responsoriale
 
Acclamazione al Vangelo
Alleluia – Cantate al Signore (RN 12)
 
Professione di fede
Io credo in Dio – Simbolo apostolico (RN 18)
 
Preghiera universale
Preghiamo insieme e cantiamo (RN 20)
 
Presentazione dei doni:
Notte di luce (RN 70)
 
Santo
Santo (RN 26)
 
Anamnesi:
Annunciamo la tua morte, Signore (RN 28)
 
Dossologia
Amen! - Rossi (RN 32)   
 
Padre nostro
Padre nostro (RN 33)
 
Acclamazione all’embolismo
Tuo è il regno - Menichetti (RN 36)
 
Frazione del pane
Agnello di Dio (RN 38)
 
Comunione:
Oggi si compie (RN 72)
 
Congedo:
Come canto di congedo si scelga con sapienza un canto del repertorio tradizionale natalizio.
 
 
Conoscere il Repertorio Nazionale
 
Notte di luce (RN 70)
 
Testo: F. Rainoldi
Musica: J. Akepsimas
Fonte: Edizioni LDC
Uso: ingresso, comunione, Liturgia delle Ore
Forma musicale: inno e ritornello
 
 
1.     Notte di luce, colma è l’attesa!
Notte di speranza: vieni, Gesù!
Verbo del Padre, vesti il silenzio.
 
Rit. Sia gloria nei cieli,
        sia pace quaggiù!
 
2.     Alba di pace, Regno che irrompe!
Alba di perdono: vieni, Gesù!
Santo di Dio, vesti il peccato.
 
3.     Giorno d’amore, nuova alleanza!
Giorno di salvezza: vieni, Gesù!
Sposo fedele, vesti la carne.
 
 
Il testo
 
In forma poetica il testo offre lo spunto per meditare il Natale invitando alla contemplazione e alla partecipazione. Le tre strofe sono perfettamente simmetriche: “notte di luce”, “alba di pace”, “giorno d’amore” dove risulta facile ritrovare le ‘tre messe’ di Natale, ma non solo. Ma soprattutto un progressivo aprirsi del mistero, che si svela col crescere della luminosità.
La solennità dell’Epifania ci parla di luce, della luce che sorge ad Oriente e che irrompe ovunque con il suo splendore. «I magi sono i rappresentanti di tutta l’umanità: ciò che essi trovano lo ottengono per tutta l’umanità» (s. Leone Magno). Al centro della solennità c’è il mistero dell’Incarnazione nel suo valore universale.
 “Attesa-speranza”, “Regno-perdono”, “alleanza-salvezza”: tutti i grandi e profondi desideri dell’umanità sono detti con parole essenziali, ma preceduti da altrettanto grandi valori biblici: Dio si offre a noi.
Più denso, invece, il modo di chiamare Gesù: “Verbo”, “Santo”, “Sposo”, che viene a “vestire” (incarnare) “il silenzio”, “il peccato”, “la carne”, vie obbligate verso la piena redenzione dell’uomo.
 
 
La musica
 
Un bel canto per la notte di Natale e per le altre solennità del tempo: melodia serena e di presa immediata, abile giuntura di incisi e cadenze familiari È un inno con ritornello. La melodia è costruita in modo essenziale con due brevi progressioni presenti nella strofa che aprono ad un ritornello anch’esso diviso in due parti che si ripetono e che riescono bene ad esprimere una gioia che prende subito il cuore.
 
 
Quando e come utilizzarlo
 
La struttura innodica, la ritmica chiara e semplice lo rende particolarmente indicato come canto di ingresso o anche come canto comunione per il tempo di Natale.
La sua esecuzione sia improntata alla massima semplicità e trasparenza, senza caricare né la parte vocale né la strumentazione. Essenziale è il dialogo fra soli o coro, e tutti: l’assemblea canterà facilmente il terzo e quarto verso di ogni strofa, e poi l’invocazione finale, quasi un ritornello.
È bene ricordarsi che la liturgia è la permanente epifania del Signore e della Chiesa, quindi occorre porre la giusta cura nella declamazione del testo affinché si manifesti grande solennità, come anche la giusta tensione emotiva al fine di trasmettere il giusto atteggiamento adorante, come quello dei magi. Nulla deve essere oggetto di distrazione e superficialità.
 

 
Messa dell'aurora
 
Repertorio per celebrare
 
Ingresso:
Venite, fedeli (RN 76)
 
Atto penitenziale
Kyrie, eleison (RN 3)
 
Gloria
Gloria in excelsis Deo (RN 7)
 
Salmo responsoriale
 
Acclamazione al Vangelo
Alleluia – Cantate al Signore (RN 12)
 
Professione di fede
Io credo in Dio – Simbolo apostolico (RN 18)
 
Preghiera universale
Preghiamo insieme e cantiamo (RN 20)
 
Presentazione dei doni:
Tu scendi dalle stelle (RN 74)
 
Santo
Santo (RN 26)
 
Anamnesi:
Annunciamo la tua morte, Signore (RN 28)
 
Dossologia
Amen! - Rossi (RN 32)   
 
Padre nostro
Padre nostro (RN 33)
 
Acclamazione all’embolismo
Tuo è il regno - Menichetti (RN 36)
 
Frazione del pane
Agnello di Dio (RN 38)
 
Comunione:
O tu che dormi, destati (RN 71)
 
Congedo:
Come canto di congedo si scelga con sapienza un canto del repertorio tradizionale natalizio.
 
 
 
Conoscere il Repertorio Nazionale
 
O tu che dormi, destati (RN 71)
 
Testo: F. Rainoldi
Musica: Repertorio di Wittemberg
Fonti: ElleDiCi
Uso: ingresso, comunione, liturgia delle Ore
Forma musicale: corale
 
1.         O tu che dormi, déstati!
All’uomo s’apre il cielo:
l’albero di vita fiorisce dalla Vergine.
Germoglia nel suo seno il frutto della pace,
cibo che ridona l’immortalità.
 
2.         O tu che gemi, accóstati!
La sete ha la sorgente:
l’anno della grazia trabocca dallo Spirito.
Inonda d’acqua viva le terre desolate,
fiume che alimenta la fecondità.
 
3.         O tu che temi, àlzati!
Il gregge ha il suo Pastore:
l’ora del raduno risuona per i popoli.
Li attende un solo ovile, il luogo dell’incontro,
casa che protegge la fraternità.
 
4.         O tu che speri, giubila!
La notte ha voce e luce:
l’alba del futuro s’irradia dal presepio.
Risplende il nuovo giorno, la festa d’alleanza,
canto di Vangelo, di felicità.
 
 
Il testo
 
La melodia di questo antico inno si perde nella notte dei tempi: si dice sia stato ispirato dagli angeli a Heinrich Seuze (Suso), un monaco domenicano vissuto nel XIV secolo in Germania. Fu lui a titolarlo "In dulci jubilo" e a dargli la forma di canone per ricordare la danza degli angeli intorno al bambino Gesù a Betlemme. E' anche ritenuto il più antico inno in lingua tedesca volgare, tanto conosciuto che Lutero lo incluse nella prima raccolta sistematica di canti per la chiesa riformata (Wittemberg 1524). Piacque anche a Johann Sebastian Bach, che ne fece una celebre rielaborazione per organo.
 
La musica
 
L'adattamento è fedele alla stesura antica. Ripropone l'idea, cara ai luterani, di una liturgia nella quale il canto del popolo ha una importanza decisiva, perché consente alla comunità la partecipazione diretta ed esplicita al culto.
Ecco perché la melodia è così semplice e con un movimento schematico facile da assimilare (a/a', b/b', c). Il coro (l'organo o altro complesso strumentale di sostegno) ha la funzione di sostenerla, dando corpo alla melodia.
 
 
Quando e come utilizzarlo
 
La collocazione di questo corale è dichiaratamente natalizia, ma sarebbe mortificare il testo non aprirlo ad altri momenti: il rito del battesimo ad esempio, ma anche la preparazione comunitaria al sacramento del perdono, o qualsiasi momento assembleare in cui sia importante rinnovare la speranza: accostati! alzati! giubila!
Anche l'armonizzazione è coerente con questo ruolo. Da notare che l'ultima frase di ogni strofa è preceduta da una battuta lasciata volutamente sospesa. Questo attira l'attenzione su ciò che si sta per dire e che costituisce la sintesi di tutta la strofa stessa. Sarà necessario insistere perché l'attacco (una quinta sotto) di questa ultima frase sia centrato da tutti senza esitazioni.
Inoltre bisogna ricordare che il tempo è di 6/4: evitare quindi di dare due accenti sulla stessa battuta (per marcare il primo tempo senza appesantire il fraseggio, il levare deve essere leggero).
 
 
Messa del giorno
 
Repertorio per celebrare
 
Ingresso:
Venite, fedeli (RN 76)
 
Atto penitenziale
Kyrie, eleison (RN 3)
 
Gloria
Gloria in excelsis Deo (RN 7)
 
Salmo responsoriale
 
Acclamazione al Vangelo
Alleluia – Cantate al Signore (RN 12)
 
Professione di fede
Io credo in Dio – Simbolo apostolico (RN 18)
 
Preghiera universale
Preghiamo insieme e cantiamo (RN 20)
 
Presentazione dei doni:
È nato un bimbo in Betlehem (RN 67)
 
Santo
Santo (RN 26)
 
Anamnesi:
Annunciamo la tua morte, Signore (RN 28)
 
Dossologia
Amen! - Rossi (RN 32)   
 
Padre nostro
Padre nostro (RN 33)
 
Acclamazione all’embolismo
Tuo è il regno - Menichetti (RN 36)
 
Frazione del pane
Agnello di Dio (RN 38)
 
Comunione:
Verbum caro factum est (RN 75)
 
Congedo:
Come canto di congedo si scelga con sapienza un canto del repertorio tradizionale natalizio.
 
 
 
Conoscere il Repertorio Nazionale
 
È nato un bimbo in Betlehem (RN 67)
 
Testo: S. Albisetti
Musica: melodia sec. XIV
Fonti: ElleDiCi
Uso: liturgia della parola, comunione
Forma musicale: innodia responsoriale
 
 
1.         È nato un bimbo in Betlehem, alleluia,
            e l’universo giubila, alleluia, alleluia.
 
Rit.     Insieme agli angeli adoriamo il Redentore
            con lieto cantico.
 
2.         Il Figlio dell’Altissimo, alleluia,
            è nato dalla Vergine, alleluia, alleluia.
 
3.         Pastori e re contemplano, alleluia,
            il Salvator degli uomini, alleluia, alleluia.
 
4.         I popoli s’allietino, alleluia,
            al Verbo eterno plaudano, alleluia, alleluia.
 
5.         O Trinità santissima, alleluia,
         sia gloria a te nei secoli, alleluia, alleluia.
 
 
Il testo
 
Tutti conosciamo quei canti natalizi che hanno consolidato una tradizionale posizione di popolarità: sono simboli sonori del Natale. Ma vi sono molti altri canti antichi e recenti, che meritano un riciclaggio, perché ben si addicono a celebrare l'Incarnazione del Signore: o per la suggestività della melodia o per il valore del testo, o per i due elementi ben armonizzati tra loro.
La significatività del canto è indipendente dallo stesso testo italiano, che è stato applicato per concessione pastorale, e che si ispira per quanto è possibile all'originale: simile è il contenuto, analogo lo stile. Inimitabili, invece, sono gli artifici letterari del latino medievale, che si avvale di caratteristiche assonanze nei due distici che precedono gli alleluia.
 
 
La musica
 
Il canto presentato è un'espressione originale della storia liturgico-musicale: un ritmo antico, non databile con esattezza, ma appartenente al cosiddetto "repertorio gregoriano" per via di precisi elementi quali:
-        l'andamento a ritmo libero;
-        l'organizzazione melodica ancora "modale", secondo un sentire che precede le nostre strutture di scale e l'armonia della tonalità;
-        il testo originale in latino.
Si tratta del "Puer natus in Bethlehem", composizione in 14 strofe, le cui ultime due rivelano funzionalità originaria, cioè quella di tropo del "Benedicamus Domino".
Nonostante tanta distanza culturale, e forse proprio anche per essa, il brano possiede un suo fascino evocativo, unito a un eccezionale dinamismo celebrativo, che proviene dalla forma musicale complessa: strofa narrativa (recitativo) intercalata da alleluia, e ritornello acclamatorio.
 
 
Quando e come utilizzarlo
 
Nelle celebrazioni delle Ore o della Parola, durante il tempo natalizio, il canto può servire da invitatorio, ma anche da "responsorio".
Nella liturgia eucaristica, una collocazione possibile è quella di "acclamazione al Vangelo"; ma l'uso migliore sembra quello rispondente alla situazione originaria, di canto prima del congedo (dopo la comunione). Inoltre varie pratiche devozionali possono essere arricchite da questo pezzo, attinto dal patrimonio "classico" della tradizione di canto ecclesiale.
La struttura narrativa-acclamatoria del testo fa preferire l'alternanza di un solista (o coretto) con il "tutti". Non è da escludere una esecuzione di tipo strettamente responsoriale se si affidano al coro, oltre che il ritornello conclusivo, anche gli alleluia.
L'esecuzione deve essere sciolta, agile, senza retorica, e tuttavia rispettosa del crescendo esigito dall'articolazione del testo e dalla salita melodica. Anche se l'accompagnamento organistico sia improntato a sobrietà, tanto nella timbrica che nel volume. L'accompagnamento può essere utile,ma non è necessario per questo tipo di musica.
 
 
 

[1] Laddove la celebrazione della Messa della notte viene preceduta dalla celebrazione dell’Ufficio delle letture o di una Veglia, si tralascia questo canto d’ingresso e anche l’atto penitenziale.