UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Spunti dalle letture

Nelle cinque domeniche di Quaresima si percorre il lungo itinerario educativo del popolo di Israele: dall’alleanza fondamentale con Noè fino al punto morto dell’esilio, passando per Abramo, l’Esodo, il dono della Legge, la promessa della terra. La storia dell’alleanza tra Dio e Israele è emblematica per tutta l’umanità: l’esperienza di un solo popolo risulta formativa […]
31 Gennaio 2012
Nelle cinque domeniche di Quaresima si percorre il lungo itinerario educativo del popolo di Israele: dall’alleanza fondamentale con Noè fino al punto morto dell’esilio, passando per Abramo, l’Esodo, il dono della Legge, la promessa della terra. La storia dell’alleanza tra Dio e Israele è emblematica per tutta l’umanità: l’esperienza di un solo popolo risulta formativa per tutti gli altri, e rivela l’impossibilità di una autorealizzazione per l’umanità che pretenda di fare a meno di Dio.
Diventa dunque necessario un salto di qualità: l’Antica Alleanza ha rivelato i limiti del partner umano, ed esige un rinnovamento. Dio stesso lo promette per mezzo dell’annuncio profetico: nel libro di Geremia troviamo la promessa di una Nuova Alleanza, di una relazione tra Dio e il popolo non più condizionata dalla durezza umana. Nella Nuova Alleanza la legge è scritta nei cuori, l’insegnamento deriva direttamente da Dio: si produce una trasformazione profonda, che rende possibile un’osservanza non solo esteriore dei comandamenti.
 
Alla base della trasformazione è il perdono dei peccati, da non vedere solo come un condono estrinseco, ma come il ristabilimento di una relazione di mutuo amore di mutua fiducia tra Dio e il popolo. La voce profetica annuncia tutto questo, ma lascia aperta la questione dei tempi e dei modi: quando verranno quei giorni? Come si realizzerà tutto questo? Lo vediamo nel brano evangelico.
 
Il tempo di realizzazione della Nuova Alleanza è l’“ora” di Gesù. Si tratta di un momento decisivo, il momento del passaggio dalla storia di tenebra alla vittoria della luce. Si tratta di un momento drammatico e terribile (la lettera agli Ebrei ci parla di “forti grida e lacrime”), in cui la fede dei discepoli è messa alla prova, e in cui Gesù si carica di tutto il peccato e tutte le sofferenze dell’umanità.
 
La modalità di realizzazione della Nuova Alleanza è quella di un passaggio, di una trasformazione, di cui Gesù è il primo esponente: come il chicco di grano, egli muore, per germogliare e portare frutto. Della sua sorte partecipano i suoi discepoli e tutti coloro che credono in lui.
Il percorso che va da Noè ai Comandamenti, passando attraverso Abramo e giungendo fino allo scacco dell’esilio, si conclude con la promessa della Nuova Alleanza. L’esperienza educativa di Israele è giunta ormai alla soglia di un salto di qualità: Dio ha preso per mano il suo popolo, perché giungesse alla piena maturità, che sarà portata da Cristo.
 
La Nuova Alleanza si compie in Gesù che dona la sua vita, muore per risorgere, come il chicco di grano che affonda nella terra per portare frutto. La Nuova Alleanza, legge scritta nei cuori, amore che va al di là dell’osservanza esteriore, porta al dono della vita. Ciò che è compiuto da Gesù diventa proprio anche di ogni credente: “chi odia la sua vita in questo mondo la conserva per la vita eterna”.
 
Dalla realtà della Nuova Alleanza che si è compiuta in Cristo e che è offerta ad ogni credente derivano importanti conseguenze per la vita affettiva. Essa è sottratta al legalismo, che porta ad agire unicamente in base al principio di ciò che è permesso e ciò che è vietato. Anche la nostra epoca, che si illude di aver liberato la sessualità da ogni condizionamento, ha i suoi tabù, le sue regole, le sue ipocrisie, anche se si pone sotto la bandiera della spontaneità. Ma la vita affettiva è sottratta anche all’arbitrarietà, che inevitabilmente la degrada a soddisfazione egoistica. In nome di una libertà assoluta rischiamo oggi di svuotare di senso ogni realtà affettiva, con i suoi simboli e il suo linguaggio. Ritrovare il senso profondo della sessualità e dell’affettività conduce senza forzature a ritrovare determinate regole e una sana disciplina: la sola che permette di mantenere alto il significato dell’amore umano. Il termine di confronto è Gesù, che muore per dare la vita, che perde la sua vita per ritrovarla. Chi crede in lui, anche se sperimenta la propria fragilità, non può accontentarsi di una misura minore, e non può disprezzare quella forza che il suo Spirito dona per crescere nella libertà e nella gratuità.