UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Vocazioni

Adorazione Eucaristica vocazionale  Per incontrare il Signore bisogna entrare nella solitudine. La solitudine non è uno spazio tutto per noi dove non siamo importunati dagli altri e neppure da Dio. La solitudine in senso cristiano è il luogo della nostra conversione, dove il nostro vecchio io muore e compare il nuovo uomo. Entriamo nella solitudine prima […]
7 Novembre 2012
Adorazione Eucaristica vocazionale
 
 
Per incontrare il Signore bisogna entrare nella solitudine. La solitudine non è uno spazio tutto per noi dove non siamo importunati dagli altri e neppure da Dio. La solitudine in senso cristiano è il luogo della nostra conversione, dove il nostro vecchio io muore e compare il nuovo uomo. Entriamo nella solitudine prima di tutto per incontrare nostro Signore e stare con lui, e lui solo. Il nostro compito primario nella solitudine è di tenere gli occhi della nostra mente e del nostro cuore fissi su di lui che è il nostro Salvatore. Solo dalla disponibilità ad abitare questa solitudine nasce una fiducia illimitata nel Signore della nostra vita.
(L’ascolto di un brano musicale potrà aiutare le persone convenute a trovare il raccoglimento necessario).
 
 
Preghiamo insieme
Signore Gesù, vengo alla tua presenza
per lasciarmi condurre dove tu mi vuoi portare.
Ti cerco lontano dal chiasso della città e dal trambusto della folla,
in un luogo intimo e deserto dove la tua voce risuona più chiara e vibrante dentro di me.
Non ti chiedo di fare con me ciò che voglio io: semplicemente ti ascolto.
So che ancora mi parlerai, so che mi condurrai.
Ho fiducia nella tua iniziativa misericordiosa nella mia vita.
Spirito Santo che rinnovi e ricrei,
questa sera avverto più urgente l’invito a convertirmi,
a seguirti fidandomi di te.
Ho bisogno di essere rigenerato attraverso l’acqua e lo Spirito.
Gesù converti il mio cuore e rendilo pronto e libero di adorarti.
 
(Viene esposta l’Eucarestia e intanto si fa un canto adatto)
 
 
Quando Cristo è con noi
L’Eucarestia è un mistero di presenza, dovuta all’amore. «Non vi lascerò orfani, io verrò a voi», disse Gesù lasciando capire che la sua vita temporale era alla fine. Promessa dolcissima, che dopo la risurrezione diventa solenne, e segna il destino e la realtà della nostra storia religiosa e umana: «Ecco, io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine dei mondo» (Mt 28, 30).
 
Dio con noi; Cristo con noi! Tutto il cristianesimo è un fatto, un mistero di presenza...
Quando lasciamo che questa soave e tremenda verità entri nelle nostre coscienze, noi non possiamo più rimanere indifferenti, impassibili e tranquilli: è qui! Il primo nostro sentimento è di adorazione e di esultanza; e quasi di confusione: che cosa dobbiamo fare? che cosa dobbiamo dire? cantare? piangere? pregare? o forse tacere e contemplare, come la Maria, sorella di Marta tutta agitata e sollecita di servire il Signore, mentre ella, Maria, «seduta ai piedi di Gesù, lo ascoltava parlare»?                                                                                             
 
(Preghiera di adorazione comunitaria intercalata dal canto di un ritornello conosciuto dalla comunità)
 
Signore Gesù, tu sei l’immagine di Dio invisibile, generato prima di ogni creatura: tu sei prima di tutte le cose e tutte le cose sussistono in te. Rit.
 
Tutte le cose sono state create per mezzo di te e in vista di te:
quelle dei cieli e quelle della terra, quelle visibili e quelle invisibili. Rit.
 
Tu sei il capo del Corpo, che è la Chiesa; tu sei il principio di tutto, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Rit.
 
Piacque a Dio di far abitare in te ogni pienezza: per mezzo di te di riconciliare a sé tutte le cose, rappacificare con il sangue della tua croce gli esseri della terra e quelli del cielo. Rit.
 
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo … Rit.
 
Ascolto della Parola di Dio           
Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1Tm 1, 12-17)
 
 
Tempo contemplativo di riflessione.
Si può tenere un sottofondo musicale mentre vengono lette dalla voce di più solisti queste brevi riflessioni prese dal testo “In Te la pace del cuore” di Frere Roger. È bene lasciare uno spazio di silenzio dopo ogni frase.
 
  1. “Tu il Cristo, tu vedi chi sono. Ho bisogno di non nasconderti nulla del mio cuore. Anche tu sei stato uomo. E quando interiormente il mio essere si disperde, il cuore assetato arriva persino a dirti: fammi il dono di vivere di te, Gesù Cristo, riunisci il mio desiderio e la mia sete”.
  2. “Gesù, nostra gioia, tenendoci alla tua presenza, comprendiamo che il Vangelo ci chiama al dono della nostra vita. Anche se ti dimentichiamo, il tuo amore rimane, e tu infondi su di noi lo Spirito Santo. E ci dici: tu che cerchi, troverai, io ti ho già incontrato”.
  3. “Gesù, nostra fiducia, il tuo Vangelo è fonte di una speranza così bella che vorremmo andare fino al completo dono di noi stessi per seguirti. E irresistibilmente scaturisce una domanda: dov’è la sorgente di una simile speranza? Essa sta nell’abbandonarci in te, con fiducia sconfinata, o Cristo”.
  4. “Dio, nostro Padre, nell’umile preghiera ricordiamo le parole che un credente disse a Gesù: “Io credo Signore, ma tu vieni in aiuto alla mia incredulità”. Quando in noi abita una parte di sfiducia, ecco che la tua misericordia viene a sostenere la nostra fede”.
Canto:            Confitemini Domino quoniam bonus! Confitemini Domino Alleluia.
 
 
Preghiamo con il Salmo 1
Il libro dei salmi si apre con questa preghiera-invito a scegliere se vogliamo essere persone che mettono al centro della propria vita Dio o se stesse, che si fidano di Dio o solo di se stesse. Qui sta la beatitudine del saggio o la maledizione dello sciocco.
 
1)         Saggio quell'uomo che non insegue i miti del successo, non è attratto dalla facile ricchezza e non è compromesso nei giochi di potere per sfruttare e opprimere i poveri, ma fa della parola di Dio la sua guida, l'ispiratrice delle sue  scelte e il suo sostegno quotidiano.
 
T)        Sarà come albero rigoglioso che affonda le sue radici nei valori più veri  dell'uomo e nell'acqua viva della fede. La sua parola sarà credibile, le sue scelte stabili e costruttive, la sua vita piena di soddisfazioni insperate.
 
2)         Sciocco quell'uomo che ha fiducia solo in se stesso, che vende l'anima al successo, ai soldi, al potere, e fa del piacere il suo dio. Sarà come una foglia secca fatta  turbinare  dal vento  degli  interessi, come una banderuola senza stabile direzione di vita.
 
T)        Non saprà resistere nei tempi di prova, si scoprirà vuoto di valori e coraggio, abbandonato dagli amici di comodo. È il Signore la forza dell'uomo saggio. La rovina dell’uomo sciocco è il credere solo in se stesso.
 
T)        Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo …
 
Tantum ergo
 
Segue la benedizione eucaristica
 

Si fa un canto adatto.