UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

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14 Febbraio 2012
 
 
Il tempo di Quaresima, tempo favorevole per la salvezza (2 Cor 6, 2), è particolarmente adatto per celebrare il sacramento della Penitenza. Nei 40 giorni che preparano i credenti a celebrare la Pasqua, la Chiesa si pone in cammino verso il Padre, si lascia guidare docilmente dallo Spirito Santo e rinnova nel perdono ritrovato l’alleanza distrutta dal peccato e finalmente ristabilita nel Cristo.
Lo schema riportato di seguito pone al centro dell’attenzione dell’assemblea penitente il mistero dell’alleanza di Dio con il suo popolo compiutosi nella Pasqua del Figlio. Nel peccato l’uomo credente sperimenta il venir meno all’alleanza, e nel perdono gusta la gioia di tornare a far parte dell’unico popolo dei salvati, soprattutto nella partecipazione alla mensa eucaristica, sacrificio e convito pasquale del Signore. Nella partecipazione al Corpo e al Sangue dell’alleanza nuova, infatti, i credenti entrano in comunione sacramentale con il Signore e formano un solo corpo tra loro.
Occorre prestare la maggiore cura affinché ogni elemento della struttura rituale corrisponda alla sua funzione simbolica. Anche l’altare sia ben visibile quale punto focale dello spazio liturgico. L’ambone, luogo dal quale viene annunciata la Parola di Dio, sia sobriamente ornato e illuminato. Ben visibile, illuminata con ceri, sia la croce del Signore: davanti ad essa vengano raccolti dei lumini che possono essere accesi dopo l’assoluzione individuale.
È bene gestire al meglio la componente ministeriale, soprattutto i lettori impegnati nella proclamazione della prima lettura e delle parti dell’invocazione penitenziale. Un piccolo gruppo corale, o un solista, sostiene il canto dell’assemblea e, possibilmente, il salmo responsoriale.
Non si trascurino alcuni elementi che aiutano a comprendere la valenza celebrativa del momento come le vesti del presbitero presidente che può indossare, sul camice, stola e piviale viola oppure soltanto la stola. La sobria eleganza delle vesti, il linguaggio del colore, l’ordine dello spazio e l’accurata gestione degli interventi verbali e del silenzio concorrono a dare dignità a questa celebrazione strutturata come una liturgia della Parola.
I canti suggeriti sono tratti dal Repertorio Nazionale di Canti per la Liturgia e vengono indicati secondo la numerazione del Repertorio.
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