UFFICIO LITURGICO NAZIONALE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Caritas

La Parola che trasformaEcco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei […]
5 Novembre 2012
La Parola che trasforma
Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.
 
Noi crediamo
Credere significa dire “Amen” alle parole, alle promesse, ai comandamenti di Dio, significa fidarsi totalmente di colui che è l’ “Amen” d’infinito amore e di perfetta fedeltà (CCC, 1064).
 
Con le mie opere ti mostrerò la mia fede
Caterina sa esattamente come si fanno i tortelloni, ma anche come cresce il grano, perché lo coltiva anche a casa sua, come si produce la ricotta e cosa serve nel ripieno. Caterina ha lasciato un posto sicuro per lavorare alla Lanterna di Diogene, dove si coltiva, si alleva e si cucina per offrire ai clienti cibo vero, che nasce dal rispetto per la terra, gli animali e le persone. È lei che ci offre il caffè e la torta, quando arriviamo alla lanterna, e che, insieme a Giovanni, ci spiega qual è l’uomo di cui, qui all’osteria, sono alla ricerca. È un posto speciale questo: arrivi e ti sembra di dimenticare il caos della terra che trema, la paura e la miriade di cose da fare. La struttura ha tenuto, la Lanterna ha resistito. “Mancano però i clienti – spiega Giovanni – perché hanno paura o sono sfollati. Già prima la crisi pesava, adesso abbiamo paura di non farcela”. Eppure è tutto così buono, a partire dall’odore dell’erba. Qui lavorano alcuni ragazzi diversamente abili: “Ciascuno si occupa di una parte del lavoro – racconta ancora Giovanni, mostrandoci il recinto dei maiali, bradi e nutriti a piante verdi e pasta biologica, – ma ogni ragazzo sa qual è il percorso completo, di che progetto fa parte il suo tassello, e questa è la cosa che dà al nostro cibo un sapore diverso. Ognuno di noi desidera un lavoro fatto in pace, che dà soddisfazione, che fa stare bene; di solito poi non lo fa e si lamenta: qui ciascuno ha scelto, con un po’ di incoscienza, di fare quello che gli piace. Lavoriamo certi di lasciare in buone condizioni la nostra terra per le generazioni future”. Oggi è giornata di tortelloni: le sfogline del paese sono qui con i ragazzi, 15 quelli che lavorano alla Lanterna, per fare la pasta. “La nostra è una cucina collettiva – raccontano ancora – e ogni cosa è stata decisa insieme: il ripieno, la quantità di aromi. Anche la dimensione dei tortelloni, perché ciascuno sia in grado di chiuderli”. Diversi tra loro, perfetti, squisiti eccoli, sono questi i tortelloni di Caterina, e dei suoi amici. Dimenticavo di dirvi che Caterina ha la sindrome di Down, ma a questo punto che importanza ha?
Maria Pia – Modena
 
 
Mi impegno
A superare i preconcetti, a conoscere le persone, a riconoscere a ciascuno le proprie “abilità”.
A sostenere i progetti che aiutano le persone a valorizzarsi e valorizzare la comunità.